Alloggi perduti e venduti: a Bologna un’asta su due va deserta

Non è più tempo di squali o accordi carbonari a beneficio di speculatori e addetti ai lavori. Al grande mercato delle case perdute e vendute al miglior offerente si compra quasi esclusivamente per scopo abitativo. A Bologna succede ormai nell’80% dei casi. Il problema semmai è trovare il compratore. Fino a cinque anni fa si vendeva di tutto, capannoni e terreni compresi, mentre ora, nonostante le banche abbiano ripreso a erogare mutui, quasi un’asta su due va deserta (il 42%), secondo quel che scrive il Corriere di Bologna. Gli addetti ai lavori la chiamano diserzione: significa che il Tribunale dovrà far ripartire l’iter prima di bandire una nuova asta. Di solito passano almeno sette mesi con un ribasso del prezzo base anche del 20%.

Sono migliaia gli immobili derivanti da esecuzioni e pignoramenti che ha in pancia il Tribunale di via Farini. Nel 2015 sono stati battuti all’asta 1270 immobili, un numero in linea con l’anno precedente quando furono poco più di mille. Un trend che sembra rispettato anche quest’anno visto che da qui a giugno sono già 500 i lotti pubblicati. Il punto però è che delle cento aste fissate in media ogni mese, oltre quaranta vanno deserte. L’anno scorso quasi seicento sono rimaste invendute. Numeri figli della crisi che hanno riportato via Farini, fino al 2010 tra i tribunali più virtuosi d’Italia, non molto distante dalla media nazionale e vicina ai livelli del 2012 quando nel 50% dei casi i lotti venivano ritirati.

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